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il miracolo dell'impiccato

alla beata vergine di Castelmonte 'madone di mont'


premessa

Da diversi anni la parrocchia del SS. Redentore di Fontanafredda (PN), dedica la seconda domenica di quaresima ad un pellegrinaggio. Il santuario mariano di Castelmonte, situato nelle vicinanze di Cividale del Friuli, ne é la meta quale seconda stazione dell'itinerario spirituale quaresimale verso la Passione e il Triduo Pasquale.

Dal 2006 questa iniziativa viene arricchita da un pellegrinaggio a piedi che alcune persone intraprendono, con destinazione il medesimo Santuario. Tutto é nato in seguito alla prima esperienza sul Cammino di Santiago di Compostela compiuta nell'estate precedente dai coniugi Patrizia e Renato Rossetti, i quali hanno avuto la brillante idea di proporre l'attraversamento del Friuli ad alcuni amici, riuscendo a coinvolgerli se non ad entusiasmarli.
La prima esperienza é stata compiuta nel 2006, quando 5 persone sono partite il venerdí da Fontanafredda e dopo tre giorni di cammino sono giunte alla meta, trovando ospitalità presso la sede scouts di Valvasone e presso la parrocchia del Duomo di Cividale.
Venuti a conoscenza della recente nascita del Cammino Celeste da parte del suo ideatore, nel 2007 il gruppo decide di raggiungere Castelmonte partendo da Aquileia. Agli stessi partecipanti dell'anno precedente si aggiungono altri 5 pellegrini in buona parte giovani, che preparano e propongono all'intero gruppo momenti di preghiera e di spiritualità. Il gruppo trova generosa ospitalità ed un riparo per la notte presso il Motoclub di Romans d'Isonzo e nella casa canonica di Mernicco in comune di Dolegna del Collio.

Nel 2008 viene compiuto lo stesso itinerario del 2007.
Rispetto all'anno precedente mancano alcuni 'vecchi' che sono rimpiazzati da 'nuovi' di giovanissima età, mantenendo il numero totale di 10. Generosa ed entusiastica l'ospitalità per la prima notte, offerta da don Giuseppe, parroco di Medea e inaspettata e calorosa l'accoglienza riservata al gruppo dal sindaco e vice sindaco dello stesso paese.
Seconda notte nella canonica di Mernicco.

Quest'anno il numero dei pellegrini é notevolmente aumentato, pertanto si é pensato di dividere il gruppo in due parti: i giovani percorrono il Cammino Celeste partendo da Aquileia mentre per gli adulti l'itinerario parte da Fontanafredda; per entrambi la meta é incontrarsi la domenica seguente al Santuario.

da Fontanfredda a Castelmonte (6 - 8 marzo 2009)

Piove ininterrottamente da due giorni quando Renato,Cesare, Claudio, Paolo, Damiano e Giuseppe partono la mattina di venerdí 6 marzo 2009 dalla chiesa di Ceolini di Fontanafredda dopo la benedizione del parroco, ma la pioggia fa loro compagnia solo per alcuni chilometri e poi sole e giornata splendida.
il guado Prima tappa a Cordenons dove l'amica catechista Grazia ci fa trovare una splendida colazione. Si riprende il cammino fino al luogo destinato per il pranzo, poco prima dei guadi del torrente Cellina e del fiume Meduna. Fin qui tutto bene ma la sorpresa é in agguato: il primo guado, quello del Cellina, é transitabile mentre quello del Meduna é percorso per tutta la sua larghezza da una corrente d'acqua che impedisce il transito anche ai mezzi militari.
a Valvasone Cesare e Paolo vogliono provare l'attraversamento ma desistono dopo pochissimi metri.
Si é costretti ad un giro di 23 km, effettuato con le auto delle mogli chiamate in aiuto, per oltrepassare un ostacolo largo 200 metri. Si riprende a camminare arrivando tranquillamente a Valvasone, località dove é prevista la cena ed il pernottamento dopo aver percorso 26 km. La cena avviene in compagnia di alcuni familiari e di locali capi scout e tra le persone il clima é di serena allegria.
La mattina seguente si uniscono a noi Rosi, Michela, Gianluigi e Marino. Data la pericolosità di quel tratto di strada per i pedoni, in auto ci si trasferisce da Valvasone alle porte di Codroipo, da dove a piedi si prosegue su una strada secondaria parallela alla Pontebbana.
Si attraversano i paesi di Goricizza, Beano (passando nei pressi della casa natale di padre David Maria Turoldo), Villaorba, Brasiliano, dove ci si ferma per il pranzo al sacco, e Bressa.
lungo la via La giornata é splendida e altrettanto é il guppo dei pellegrini.
Da Pasian di Prato a Udine sono 3 km di trafficatissima Pontebbana e non é il massimo. Raggiungiamo la parrocchia del SS. Redentore, nel centro di Udine, al termine dei 28 chilometri del giorno, dove Marino ha fatto predisporre per una generosissima ospitalità.
Durante la S. Messa vespertina il parroco ha parole di stima nel sottolineare il significato del gesto che stiamo compiendo e prima di cena si trattiene brevemente e volentieri con noi pellegrini.
alla fonte Dormiamo nelle strutture parrocchiali in confortevoli stanze e veri letti: un lusso per dei pellegrini.

Il mattino seguente raggiungiamo la stazione ferroviaria di Udine. Da qui ci si trasferisce a Moimacco, paese situato qualche chilometro verso Cividale e questo per evitare la strada statale piuttosto trafficata e noiosa ed anche per essere più sicuri di arrivare alla meta nell'orario stabilito per l'appuntamento con i ragazzi. In quest' ultima giornata si aggiunge Mary, moglie di Marino. I km da percorrere oggi sono circa 16 ma l'ultimo tratto prevede l'impegnativa salita da Cividale al Santuario.

Cividale del Friuli é una graziosa e antica cittadina ricca di storia, che conserva monumenti romani e longobardi di pregio, il tutto impreziosito da specialità enogastronomiche davvero uniche. Sostiamo ad ammirare il Duomo e l'attiguo museo dopodiché riprendiamo il cammino in una giornata splendida che riflette il clima gioioso che regna tra i pellegrini. Saliamo al Santuario non camminando sulla strada che porta su direttamente, ma superati alcuni graziosi paesetti della Valle del Natisone, ci inoltriamo per un bello ma impegnativo sentiero nel bosco che ci porta in prossimità della meta.
Arriviamo puntuali all'appuntamento con i nostri sei ragazzi partiti due giorni prima da Aquileia, ed é vera gioia trovarci assieme, scambiarci idee ed opinioni sui percorsi, sulla gente incontrata, sulle esperienze vissute, sulla fatica e la stanchezza ma anche sulla bellezza dello stare insieme serenamente formando una bellissima tavolata.
la meta Più tardi arriva la corriera dei nostri parrocchiani, ai quali ci uniamo per partecipare in santuario alla S. Messa animata dalla corale parrocchiale e nella quale ringraziamo Nostro Signore e la SS. Vergine per averci accompagnati ed interiormente arricchiti in questi tre giorni.

Fin qui la cronaca pura di questa esperienza.
Ma cosa realmente e intimamente significa mettersi in cammino, quali aspetti e valori penetrano nella nostra interiorità, vengono vissuti e rimangono dentro in chi compie, con fede e animo aperto, simili esperienze?
Camminare, muoversi lentamente, viaggiare a piedi. E' semplice perdita di tempo o può diventare esercizio di fede, di cultura, di socialità oltre che esercizio fisico?
Senso di solidarietà semplicità, sobrietà, stare bene insieme, staccare dai pensieri e preoccupazioni di ogni giorno, immergersi in un altro mondo che porta ad altri modi di pensare.
Il senso della fatica e della stanchezza, dei piedi e delle gambe che fanno male o dello zaino pesante, ma anche senso del silenzio, l'osservare il risveglio primaverile della natura e del paesaggio che richiama alla bellezza del creato, dei paesi che si attraversano e delle persone con cui ci si incontra e si comunica.

Il disagio della pioggia nel primo tratto di cammino che smette dopo pochi chilometri, l'ascoltare il soffio del vento che spazza via le nubi e lascia spazio al sole, al suo calore e alla brezza che ti accompagna e che dà ritmo ai nostri passi, dandoci l'intima sensazione di sentirci accompagnati da un'invisibile e protettrice presenza che pazientemente ti sta aspettando a Castelmonte, pronta ad accogliere come una mamma accoglie e suoi figli.
Guardare il mondo e le persone con altri occhi, riuscire a vederle in positivo, nel loro lato migliore, apprezzarle per quello che sono. Scambiarsi idee e opinioni, fermarsi, pregare, meditare sulle tracce del percorso di fede proposto per questi giorni, scherzare, prenderci in giro, mettere in comune i viveri della giornata, prepararci e consumare la cena anche con persone che non conosci ma con il quale entri subito in sintonia, condividendo canti e musica e il riposo, il sonno ristoratore anche accompagnato dal fragoroso, quasi intollerante, ritmico russare di qualche amico a cui si affibia qualche benevolo 'colpetto' affinché limiti il concerto.

la madre di Dio Fa pensare la curiosità di gente sconosciuta che si incontra, che domandando cosa stiamo facendo ci chiede di ricordarli con una preghiera, che spontaneamente offre un caffé o una bottiglia d'acqua o del cibo, o la generosa ospitalità gratuitamente offertaci dagli scouts di Valvasone e dalla Parrocchia del SS. Redentore (sarà solo un caso?) di Udine, il cui parroco durante la S. Messa prende spunto dalla presenza dei pellegrini per un momento di catechesi e che poi, prima della Comunione, scende dall'altare per un personale scambio del segno di pace.
L'attraversare paesi ricchi di segni che testimoniano la presenza della fede popolare semplice, ma molto radicata e profonda dei friulani, dalla quale emerge la figura di padre David Maria Turoldo.
fine del pellegrinaggio
La fatica dell'ultimo tratto, nella salita che porta al Santuario, ricompensata dalla gioia di essere arrivati e di incontrarci con i nostri ragazzi che erano partiti due giorni prima da Aquileia, pure loro a piedi e di far festa insieme, giovani e meno giovani, attorno ad una bellissima tavolata, per concludere poi con la partecipazione alla S. Messa insieme ed assieme ai nostri parrocchiani giunti in corriera.

Questo e molto altro é stato il cammino da Fontanafredda a Castelmonte compiuto da una dozzina di nostri parrocchiani. Forse tutto questo può essere un piccolo Paradiso, che si trova qui in terra e non chissà dove, che viene creato da noi stessi, povere persone ma con l'aiuto di Dio.
Basta poco per volerlo e per riuscire a vederlo: un po' di fede e di semplicità.
Dipende da ognuno di noi.
Buon cammino.

Giuseppe Ros