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il cammino lungo di San Antonio

da Monselice a Montepaolo (10 - 21 giugno 2012) - pellegrinaggio di associazione


il cuore dell'uomo é capace di contenere il regno dei cieli
Serafino di Sarov

domenica 10 giugno Monselice - Rovigo

Finalmente siamo partiti! I dubbi e le perplessità che avevamo nel passare vicino i luoghi interessati dal recente terremoto in Emilia sono stati messi da parte. Le credenziali che abbiamo ottenuto dalla Basilica del Santo sono tutte nello zaino. La strada ci aspetta.

L'appuntamento davanti alla chiesa di S. Giacomo a Monselice é tra le 8 e le 8.30.
I pellegrini che partono sono: Sergio Baldan, Fabio Soloni, Adriano Campagnaro, Maurizio Scaramuzza, Paolo Boetto, Bruno Garlato, Gianni Pasquale. Presenti alla partenza c'é Paolo Tiveron che ci raggiungerà a Ferrara dopodomani, Sandra Carrer che camminerà oggi solo farà un breve tratto e ci raggiungerà poi a Bosaro, mentre Cesare Bortolin sarà con noi domani da Rovigo.
C'é anche Danilo Masiero con lo stendardo, assieme al parroco don Floriano che, nel suo saluto,ci ricorda che oggi é la festività del Corpus Domini. Dopo la descrizione della tappa odierna, la immancabile foto di gruppo e la benedizione, eccoci in cammino.

L'itinerario previsto per questa prima tappa é diverso da quello proposto dal cammino lungo di s. Antonio. Il nostro infatti é di circa 5 km più corto e questo ci permette di fermarci a Rovigo anziché a Boara Pisani.
La giornata é afosa e calda; per fortuna spesso il sole viene schermato da qualche nuvola.
Recitiamo il rosario guidati da Adriano che conosce a memoria tutti i misteri.

Verso l'una e trenta ci si ferma per un panino a Boara, questa sosta ci voleva proprio!
Alle 14.30 ripartiti in direzione del ponte sull'Adige e poi verso Rovigo, prendendo poco dopo la pista ciclopedonale che porta diritto verso la stazione e poi in centro città.

Mancano pochi minuti alle 16 quando bussiamo alla porta del seminario Vescovile, dove siamo accolti da don Antonio con calore e simpatia.
In breve ci siamo sistemati nelle stanze, una bella doccia e ci é sembrato di rinascere! Un poco di meritato riposo, un buon bicchiere di vino bianco trovato nel frigo ed infine un brindisi alla tappa conclusa.

Usciamo poco prima delle 18 per visitare Santa Maria del Soccorso detta La Rotonda per la sua forma circolare. E' interamente ricoperta di dipinti e chiediamo curiosi al guardiano informazioni. Queste sono cosi numerose che arriviamo alla chiesa di S. Francesco per la Messa che é appena iniziata.

La giornata volge al termine: mettiamo i timbri del seminario sulla credenziale e ci avviamo per la cena in una locale trattoria.
Ritorniamo al Seminario sotto un cielo rosso dalla luce del tramonto e verso le 22 tutto é silenzio.

lunedi 11 giugno Rovigo - Bosaro

Sveglia alle 7 e subito dopo una favolosa colazione con cappuccino e brioche; siamo passati poi per la stazione di Rovigo dove ci aspettava Cesare.
Si parte alle 9.

Si segue una pista ciclabile lungo l'Adigello tra alberi e giardini molto ben curati. Incontriamo qui un gruppo di signore che praticano il nordic walking. Ci scambiamo consigli, proposte e battute spiritose.
Si prosegue congiungendosi all'origine del Canal Bianco e, in questo tratto di cammino troviamo more dolcissime.

"Bosco del Monaco" é un gruppo di case con una chiesetta dedicata alla Madonna di Lourdes. Qui troviamo una signora molto gentile che ci racconta la storia della costruzione avvenuta tra il 1934 e il 1936 con molti sacrifici da parte degli abitanti.
Non ci é mancato un buon primo piatto in un ristorantino lì vicino.
Mancano solo 4 km a Bosaro che raggiungiamo velocemente e dove troviamo un ostello nuovo e confortevole.

La giornata si conclude al ristorante da Celio e, alle 21, tutti a letto.

Maurizio S.

martedi 12 giugno Bosaro - Ferrara

Alle 6.45 don Camillo ci stava attendendo sulla soglia della canonica, come promesso la sera precedente, e ci ha offerto la colazione.
Dopo la preghiera e la benedizione (sotto la pioggia) siamo in direzione di Ferrara. Per fortuna la pioggia ci ha lasciato quasi subito ma lasciando il posto ad un forte vento che ci ha accompagnato per tutto il giorno.
Bellissimo é stato il percorso di oggi, quasi tutto lungo il percorso destro dell'argine del Po, su pista ciclabile e tratti sterrati. Una meraviglia!

A Polesella abbiamo integrato la colazione di prima mattina in un supermercato. Abbiamo aquistato viveri per il pranzo al sacco.
Attraversato il ponte sul Po siamo poi ridiscesi sulla destra e fatto tutto il percorso fino a Francolino.
E' un percorso molto bello da fare anche in bicicletta: numerosissimi sono stati i ciclisti incontrati.

A Francolino nell'arco di cinque minuti siamo stati protagonisti di due eventi tanto occasionali quanto opposti in fatto di cortesia.
verso Pegola Prima una signora, forse la padrona di casa, ci fa alzare da dove eravamo seduti, dicendoci che eravamo in una proprietà privata.
Un momento dopo, una negoziante ci chiede informazioni sul nostro pellegrinaggio e ci offre un sacchetto di marasche.
E' propio vero, le persone vanno accolte così come sono!

Poco oltre, nei pressi di alcune panchine consumiamo il pranzo al sacco, seguito da un caffé preso nel bar successivo.
Da qui ha inizio una lunga pista ciclabile che ci condurrà fino alle mura perimetrali della città di Ferrara.
Sembra cha alle spalle ci aggredisca un temporale, ma in realtà il forte vento lo spazza via, tuttavia ancora una volta siamo ad indossare il poncho anche solo per cinque minuti. Subito dopo ecco il sole.

L'ostello é nel centro città e vi giungiamo poco dopo le 15.30 e, un'ora dopo, ci raggiunge Paolo Tiveron arrivato in treno da Padova.

Breve visita alla città, si guarda con preoccupazione le fettuccie di plastica che delimitano alcuni calcinacci, infine birra per tutti offerta dall'ultimo arrivato Paolo.
Cena abbondante (10 €) al ristorante Mangiastorie, convenzianato con l'ostello, con il cordiale proprietario che ci racconta questa unica città.

Fabio S.

mercoledi 13 giugno Ferrara - Pegola

Colazione alle 7.30 presso l'ostello della gioventù.
Poi via per il centro di Ferrara, davanti al Palazzo dei diamanti e al castello, percorrendo la pista ciclopedonale che attraversa tutta la periferia di Ferrara, schivando biciclette e pedoni infastiditi perché la pista é stretta ed é l'ora in cui ci si reca al lavoro.
Come sempre camminare in città é noioso e il traffico in queste ora di punta é intenso.

Ma finalmante lasciamo la nazionale per avviarci lungo la stradina poco trafficata e stretta che porta al paesino di San Martino.
Sosta in un piccolo bar. La gente é interessata e ci chiede da dove veniamo.
Ora il prossimo paese é Gallo, che raggiungiamo facendo un lungo giro per evitare la nazionale: ma allunghiamo di circa 3/4 km il percorso dato che attraversa due volte l'autostrada. Siamo fuori tempo per la spesa in un supermercato ma tutti chiudono purtroppo alle 13.
verso Pegola Mentre sconsolati ci riposiamo all'ombra degli unici alberi che troviamo, la fame si fa sentire, e ognuno estrae dallo zaino qualche misero avanzo da dividere con gli altri, ecco che arriva provvidenziale la telefonata di Bruno che di buon passo era andato avanti per cercare di arrivare in tempo al supermercato.
E' fatta! Ci ha rincuorati con i suoi enormi panini e una fetta di melone, divorati subito sul ciglio della via. Ora manca una birra.
Una signora ci garantisce che troveremo un bar poco avanti, ma non se ne vede traccia.

Superato il ponte sul Reno arriviamo a Malalbergo. Appena il tempo di sedersi ai tavolini del bar ed ecco che si scatena un aquazzone.
Mancano ora solo 2/3 km prima di raggiungere Pegola, dovi ci attende l'agriturismo "Al Navile" per il pernottamento e la cena.

Ancora strada trafficata dove dobbiamo camminare in fila indiana e far attenzione a camion e auto.
L'agriturismo é in posizione isolata, circondato da un bel giardino molto curato, con dei conigli che corrono rapidi e brucano l'erba.

Il proprietario é di San Agostino, uno dei paesi che sono stati colpiti dal recente terremoto, e mi parla della paura provata e dallo sconcerto che ha portato in queste zone, che non avevano memoria di un evento simile.

Sandra C.

giovedi 14 giugno Pegola - Castelmaggiore

Finalmente una giornata bellissima.
Calma di vento, nessun temporale incombente, temperatura ideale, perfino frizzantina al mattino.
Sopratutto un camminare tranquillo, per buona parte lontani da strade trafficate.

Siamo partiti lungo una bella pista ciclabile sterrata per giungere alla vecchia chiesa abbandonata e, in parte diroccata di Pegole. Chiusa, come si legge nella targa, per mancanza di materia prima, cioé di fedeli.
E in effetti in questi luoghi di profonda campagna sembrano un po' dimenticati da Dio.

Passando infatti poco dopo per Ponticello, sempre in frazione di Malalbergo, fra quattro case quattro, un lillipuziano oratorio dedicato a S. Antonio Abate e nulla più.

oratorio san Antonio abate Dopo un poco di stradina asfaltata di campagna, molto tranquilla e senza traffico, la graditissima sorpresa di una oasi naturalistica del WWF.

Camminare all'interno dell'oasi, é stata una meraviglia, un tripudio di alberi, canneti, zone umide e tantissimi uccelli.
Infine, cigliegina sulla torta, un bellissimo e accogliente centro visitatori e ostello, con annesso bar ristorante che, naturalmante ha attirato la nostra attenzione.

Oltre l'oasi, sempre per strade di campagna e argine erboso, siamo giunti a Bentivoglio, il cui nome é un bel programma rispetto il precedente Malalbergo.

Bello il castello con un tripudio di merlature ghibelline, ancora migliore la sosta enogastronomica nel parco ombroso davanti l'ospedale.
Mi sono piaciute le statue di ferro delle mondine in bicicletta.

Gli ultimi chilometri sono sempre i più lunghi, duri e faticosi, anche perché in questo caso si attraversano grandi svincoli stradali e la ferrovia.

L'arrivo alla vecchia chiesa di Bondanello di Castelmaggiore é stato quanto mai gradito.

La sistemazione nel piccolo ostello per pellegrini é veramente adatta alla nostra condizione pellegrina.

Gianni P.

venerdi 15 giugno Castelmaggiore - Bologna (San Rufillo)

Una tappa questa molto gradita, movimentata pur in un territorio rigorosamente di pianura che, dopo alcuni rettilinei, curve, rotonde e sempre tanto asfalto, ha avvicinato il percorso al canale Navile, già incontrato nelle tappe precedenti; una antica importante via navigabile che congiungeva Bologna a Ferrara, usata fino alla fine dell'ottocento.
Purtroppo il suo inutilizzo lo ha reso, per la sua parte lontana dalla periferia di Bologna, una fogna a cielo aperto, un territorio di nessuno, sulle cui rive hanno approfittato molti abusivi per allestire orti di fortuna.
Via via che ci si avvicina alla città, la situazione migliora notevolmente. Grazie ad una associazione volontaristica che, con il lavoro dei soci (una sessantina ci dicono) e l'aiuto economico di alcuni benefattori, hanno pulito le sponde e i fondali per un tratto di circa 2.5 km, continuando la manutenzione e sorvegliando sugli abusi sempre latenti in ogni località appartata e incustodita.

Seguendo sempre questo canale, arrivati alla località ponte della bionda, una graziosa costruzione pulitissima fatta a schiena d'asino e ripristinato con il patrocinio della associazione, il signor Renato, dopo averci riconosciuti come pellegrini a piedi sul cammino del Santo, ecco che ci invita a riposare e prendere un caffé.
sosta a Bologna Non ci siamo certo fatti pregare, ed il caffé é stato arricchito da una caraffa di squisito fresco vino bianco.
Erano solo le nove del mattino, però...
Nascosti nel rigoglioso verde, resti di vecchie chiuse tutto in abbandono.

Il canale porta vicino al centro di Bologna e, percorsi ancora alcuni stradoni ed un parco cittadino, siamo arrivati alla stazione ferroviaria da dove, fra vie e porticati, siamo in piazza Grande, il duomo di San Petronio e il complesso delle sette chiese.

Facciamo merenda e sosta in un grande parco; siamo molto spossati in queste ore così calde e afose.
Riprendiamo il cammino lungo la via trafficata e i marciapiedi cittadini, molto faticosa e noiosa, fino alla chiesa di San Rufillo. Qui ci aspetta il gentile don Enrico che ci ha messo a disposizione i locali della parrocchia.

Ora ci aspettano degli spaghetti che prepareremo nella cucina dell'oratorio.
A domani.

Bruno G.

sabato 16 giugno Bologna - Sette Fonti

Dopo una rapida quanto abbondante colazione (presso la comoda cucina della parrocchia) partiamo in otto: Cesare per problemi familiari ci deve lasciare, torna a casa.
Fuori Bologna e verso le colline la salita comincia subito. Una fontana posta al culmine é secca.
Qualche foto presso la piccola palestra di roccia e poi ancora dentro il bosco.
Ampi squarci di panorama fanno vedere la pianura, molti alberi sono carichi di prugnoli rosa e rossi e sono dolci e teneri.
Campi di grano giallo e mais ancora basso macchiano i campi ondulati. Siamo nella zona dei calanchi: costoloni in argilla che precipitano dentro profonde forre e segnano il paesaggio.

attraverso i campi di grano La giornata é anche oggi molto calda e poco ventosa. Siamo affaticati e spesso ci fermiamo. La casa del parco é chiusa il sabato e la domenica!

Le strade del parco sono ben tenute, é piacevole camminare nel bosco, ma oggi le salite mi sembrano troppe e fa molto caldo. Ancora salite nel folto del bosco, attraversiamo il parcheggio della casa-parco e seguiamo un piccolo pezzo d'asfalto.
Una sosta per consumare il panino e poi ancora nel bosco.
Oggi é davvero faticoso camminare.

Ci fermiamo per almeno un'ora sotto l'ombra di alberi alla sommità di una collina davanti una chiesa. E aspettiamo. E' tutto fermo: il cielo é un fondo di acquerello ceneregrigio, le foglie sembrano disegnate tanto sono ben ferme e il vento scomparso, tutto quello che si muove é svanito.
Mi sento bruciato come una crosta di pane.
Ripartiamo e ci fermiamo spesso in ombra.

Ma tutto finisce, ed ecco che arriviamo alla meta, che per oggi é l'agriturismo Dulcamara, dove troviamo sul tavolo un bicchiere di vino bianco freddo che ci fa "rinvenire", e uno solo non ci basta. La cena é ottima.
Dormiamo in tenda avvolti dal sacco e dai rumori del bosco e, dopo cena, cadiamo sulle brandine come i cani a terra al sole.

Paolo T.

domenica 17 giugno Sette Fonti - San Martino in Pedriolo

La guida che seguiamo, (assieme alla traccia GPS caricata da Gianni) indica per oggi una tappa impegnativa. Si rivela invece una tappa molto meno impegnativa di quella di ieri.
sorgente delle accarise Dopo una colazione con le straordinarie marmellate del "Dulcamara" siamo in discesa fra i campi di mais e sopra i calanchi.
Poche le salite, ma il vero nemico anche oggi é il caldo e la poca aria.

Un cielo azzurro trasparente e senza una sola nuvola ci sovrasta. A Varignana, dove vogliamo vedere la cripta della chiesa (che troviamo chiusa) una donna ci guarda in cagnesco da una terrazza. Ho ricambiato il suo sguardo in modo aperto e si é ritirata.
Questo paese é deserto, solo una vecchia signora che ci racconta di come era bello andare a scuola (é qui davanti decrepita e chiusa da anni) e quando in paese c'erano tutti e non come adesso che é desolato e inutile.
Decidiamo comunque di regalarci un'altra colazione e il giornale sul tavolo é pieno di spred e pil ma io sono felice di essere in giro, insieme agli amici, a camminare dentro questa luce creata tanto tempo fa nella condensazione della nostra galassia. Potremmo essere colpiti da un grosso meteorite? Cosa sarebbe per noi? Questo sento: disturbo per una mosca che mi gira attorno.

Arriviamo a Liano e ci fermiamo all'osteria Cesare per una primo di pasta, un bicchiere di vino e un caffé (e mi sembra caro purtroppo!).

Una bella discesa fra i prati, con sopra delle cornacchie che cercano qualche cosa, ci porta diritti a San Martino, dove la signora Moreno gentile ed affabile ci aspetta. E' con lei anche il marito di Sandra, unica donna del nostro gruppo, che purtroppo oggi ci deve lasciare.

L'accoglienza della parrocchia é splendida. Qui c'é tutto quello che il pellegrino sogna di trovare: una doccia, un buon letto e una cucina fornita.

Dormiamo con le finestre aperte e, mentre qui dentro tutto é in ordine e lindo, fuori l'erba dei campi sembra un velluto verde, e gli alberi con le loro braccia aperte sono soldatini impettiti ed allineati.
Su una parete, il calendario é aperto a novembre.

Paolo T.

lunedi 18 giugno San Martino in Pedriolo - Tossignano

Sveglia come di consueto verso le 6.30, colazione presso la casa canonica e alle 7.30 siamo in partenza.
Siamo in sette, Sandra ci ha lasciati ieri nel tardo pomeriggio ed é ripartita con il marito che é venuto a prenderla: un impegno di lavoro la chiamava.

E' presto ma gia la giornata si preannuncia calda, in cielo non si vede una nuvoletta. Tutto é terso e limpido.
Passando per via di Fiagnano, salutiamo la signora Moreno che ha le chiavi della parrocchia e ieri che sera ci aveva accolti.

Poco dopo partiti la salita comincia a salire per un paio di chilometri e il caldo si fa sentire.
Dopo vari saliscendi strade asfaltate e sterrate, discese varie, arriviamo al fondo della valle di Selleusto, dove ci fermiamo nella piccola chiesa che ricorda papa Onorio II, nato nel vicino castello di Fiagnano.
verso Tossignano Vicino c'é un bar ristorante e ne approffitiamo per una quasi seconda colazione, e farci prepare un panino per il pranzo.

Si riprende il cammino con il sentiero ora in forte salita, per poi dilungarsi in valloni, calanchi, sentieri soleggiati e, ogni tanto qualche zona ombrosa.
Giunti alla chiesa di Croara, che si trova isolata tra i boschi, passiamo un paio d'ore in siesta.

Intanto telefoniamo alle suore di Tossignano per avvisarle del nostro arrivo. Con stupore ci rispondono che non hanno posto e che già ci avevano detto di no! Non ci rimane che cercare un'altra soluzione: fortunosamente troviamo ospitalià nell'ostello "La casa del fiume" di Borgo Tossignano.

Riprendiamo il cammino e il calore e l'umido si fanno sentire, i sentieri lungo i calanchi sembrano dei gironi infernali.
La traccia GPS ora diverge sensibilmente da quella caricata alla partenza.

Dopo una ripida assolata discesa arriviamo a Borgo Tossignano dove, al primo bar, ci fermiamo almeno un'ora attorno una birra ghiacciata.
Alle 17 ripartiamo in direzione del nuovo ostello che purtroppo é abbastanza distante dal nostro cammino.

Dopo 3 km siamo arrivati: il posto é gradevole e ospitale. Un breve riposo una bella doccia e siamo pronti per cena che sarà buona varia ed abbondante.

Prendiamo accordi per la colazione di domani e per farci portare avanti con il camper del gestore, il signor Uliano.

Sergio B.

martedi 19 giugno Borgo Tossignano - Parco Carnè

Oggi sveglia alle 5.30, colazione alle 6.
Alle 6.20 saliamo sul camper di Uliano che ci porta poco oltre Tossignano. Purtroppo passiamo oltre le frecce che indicano il cammino, così decidiamo di lasciar perdere il sentiero CAI 705 e di prendere la strada asfaltata ma per fortuna pochissimo frequentata, che sale fino all'agriturismo "Monticello".
Verso le 10.00 arriviamo all'agriturismo rurale, dove una signora gentile e gioviale ci consente di far scorta di acqua e offre caffé e biscotti per tutti.

panorama Da qui imbocchiamo una stradina che gira decisa a sinistra e che, poco dopo, diviene un sentiero ben segnato che ci porta fino al casolare di Ca' Budrio dove finalmente riprendiamo la traccia e il cammino segnato.
Verso le 11.30 siamo a Borgo Rivola e in un bar pranziamo con dei panini.

La calura si fa ora intollerabile per chi cammina, e allora si decide di prendere un bus fino a Brisighella e da qui faremo anche se a ritroso, circa 6 km per poter raggiungere il parco Carnè.

Nonostante tutto la tappa si é rivelata molto faticosa, così che quando arriviamo al rifugio siamo sfiniti.
Prendiamo posta nella camerata, una doccia rinfrescante e poi tutti a riposare.

Brisighella é un paese piacevole lindo e ordinato, come una persona simpatica, che ci fa piacere incontrare.
Ricco di testimonianze storiche, a saperlo interrogare, ci racconta una bella fetta di nostra storia.

Sergio B.

mercoledi 20 giugno Parco Carnè - Modigliana

Oggi sveglia alle 5.45, colazione alle 6.30.
Alle 7.30 il gestore e la sua compagna con due auto ci portano fino a Brisighella, anzi fino alla splendida chiesa romanica del Tho che ci intriga molto vedere.
E' un severo romanico del IX sec. e il suo nome deriva dalla sua ubicazione: ottavio miglio da Faenza lungo la via romana faentina per Firenze. Nonostante sia una parrocchia, la troviamo chiusa. Sulla destra una fonte d'acqua.

riposo Da qui iniziamo il percorso odierno che si snoda quasi esclusivamente su strada asfaltata in direzione di Modigliana in salita.
Oggi la tappa é più corta del solito, anche perché l'obiettivo é di arrivare all'agriturismo Gli Antichi Gelsi sopra Modigliana.

Giungiamo poco dopo le 11. Ci accolgono Giacomo, gioviale ed indaffarato, Laura e la figlia Cristina. Sono tutti cordiali e, data l'ora di arrivo, ci cucinano il pranzo.
Bruno nel frattempo é andato in auto a fare rifornimento di vino in una vicina cantina.
Gli facciamo onore: in otto svuotiamo tre bottiglie di fresco Albana.

Questo é un agriturismo vero, ci sono molti animali in libertà: cani, gatti, pecore, capre e, in fondo lontano nel prato, un esile cavallo bianco.

Quando siamo arrivati il termometro fuori casa segnava 37° e una umidità elevatissima.
La signora Laura é in carozzina a causa di un incidente occorsole fuori dalla porta di casa: doppia frattura tibia e perone e rottura di un legamento.

Nel pomeriggio dopo una doccia restiamo seduti all'ombra fino all'ora di cena.

Stasera pizza per tutti, cotta nell'attiguo forno a legna e mangiata fuori, sotto vecchi gelsi, in questo splendido vasto casale che accoglie insieme e in armonia uomini ed animali...abbiamo trovato una nuova arca!

Fabio S.

giovedi 21 giugno Modigliana - Dovadola (Montepaolo)

si arriva a Montepaolo Sveglia alle 5.15; dovevamo essere già pronti per la colazione alle 6, così da poter usufruire del passaggio in auto da parte del gestore che ci avrebbe fatto evitare vari chilometri e, con il caldo che si annunciava, non é cosa da poco!
Fabio S. Il percorso inizia così da via Castagnara, e subito sale verso il monte Trebbio il cui passo si trova a 565 metri, uno dei punti più elevati degli Appennini Romagnoli. Sopra il passo si trova un moderno monumento dedicato al ciclista.

Il percorso é spesso in ombra e una brezza mitiga il calore della giornata.
Montepaolo Anche qui troviamo spesso piante di prugnoli (ossia "amoli") e ciliegie selvatiche. Da Monte Trebbio il percorso si snoda quasi sempre sulla sommità del crinale, la zona dei gessi e dei calanchi é terminata; le colline sono ora verdeggianti e ben coltivate.

Arriviamo all'eremo di S. Antonio che sono da poco passate le 11 e ci sembra deserto, in chiesa stanno lavorando per consolidare e sistemare alcune crepe della cupola, un paio di ciclisti si dissetano alla fontana, un frate conversa con una persona all'ombra di una panchina.
Ci riposiamo anche noi e da ben seduti mangiamo le focaccie dell'agriturismo.

Dopo poco si entra nel convento dove un frate ci timbra le credenziali e poi ci dona le Assidue: il cammino lungo di San Antonio é terminato!

Davanti la chiesa ci facciamo una foto di gruppo e scendiamo verso Dovadola.
Arriviamo a circa l'una, ed intanto veniamo a sapere che dalle 21 di venerdi alle 21 di sabato c'é uno sciopero dei treni. Non ci voleva!
Decidiamo allora di tornare subito e di avvisare don Alfeo del santuario di S. Andrea, presso il quale avevamo pensato di poter alloggiare.

Qui le mogli di Adriano e Maurizio ci volevano fare una sorpresa: erano già arrivate a Dovadola il giorno prima e ci aspettavano per cena. Ma purtroppo le cose sono cambiate all'improvviso e decidiamo di prendere assieme il treno per Forli.

Eccoci in treno e, con un fortunoso cambio a Bologna, in poco tempo siamo a casa.

Sergio B.