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lungo il sentiero Rilke con Miramare

la via Grado - Aquileiese da Trieste a Venezia


Miramare - Grado - Aquileia

Il sentiero Rilke, a picco sul mare, collega Sistiana a Duino ed é sicuramente una della passeggiate più belle e suggestive che si affacciano sul golfo di Trieste.
Prende il nome dal poeta Rainer Maria Rilke che, ospite al castello di Duino, come già lo era stato Dante prima di lui, qui compose le sue famose 'Elegie Duinesi'.

Il castello di Duino, che si affaccia su un promontorio, appartiene ai principi Della Torre e Tasso. E' d'origine antichissima, restaurato nel '400 ha una poderosa torre e circondato da alte mura.

Le Bocche del Timavo sono la risorgenza del fiume, dopo un percorso sotterraneo sotto il Carso di 38 km (s'inabissa nelle grotte di San Canziano, in Slovenia), é uno dei più singolari fenomeni carsici.
E' questo un luogo sacro fin dall'antichità: oltre all'ara al dio Timavo, vi si trovano epigrafi votive a Saturno, Ercole e Spes Augusta; nelle vicinanze la grotta del Mitreo conserva un bassorilievo con le figure di Cautes e Cautopates, i compagni del dio Mitra.
Qui sorge la chiesa di San Giovanni in 'Tuba', appellativo derivato dalla credenza che i morti ivi sepolti sarebbero i primi a risorgere al suono della tromba del Giudizio.
L'edificio ha avuto molteplici riedificazioni, l'attuale presenta un'abside coronata da una volta a costoloni. Degli affreschi che un tempo l'adornavano, non rimane che un frammento sul lato nord del presbiterio.

San Giovanni in Tuba Il Santuario della Beata Vergine Marcelliana sorge a Monfalcone. Secondo un'antica tradizione, fu ritrovata una statua della Madonna col Bambino a bordo di un'imbarcazione alla deriva nel golfo di Panzano, questo avvenimento spinse il vescovo di Aquileia, Marcelliniano, ad erigere una cappella dedicata al culto della Vergine.
L'edificio venne in seguito demolito per la costruzione di una nuova chiesa, che venne gravemente danneggiata attorno alla metà del Trecento a causa di un'incursione dei Turchi. La chiesa fu ampliata nel Cinquecento ed abbellita dagli affreschi di Arsenio Negro, pittore di Udine, perduti però durante la ricostruzione dell'attuale santuario consacrato nel 1844.
All'interno vi sono alcune parti degli affreschi del veneziano De Santis, danneggiati durante la Grande Guerra, raffiguranti l'Annunciazione, la Visitazione e la Vergine educata da Sant'Anna.
Sull'altare maggiore é situata la statua della Vergine con il Bambino, opera marmorea di età tardoromanica.

Grado
Nelle piccole isole della laguna trovarono rifugio gli abitanti di Aquileia in fuga da Attila prima e dai Longobardi poi.
Alcuni edifici paleocristiani sono i testimoni di questa sua storia. La chiesa di Sant'Eufemia , dal classico impianto basilicale, é l'antica cattedrale di Grado. Eretta nel VI secolo, ha l'interno a tre navate su colonne romaniche, un'ampia abside e un magnifico mosaico pavimentale.
Sull'altare maggiore si trova una pala d'argento di epoca medioevale. Il campanile a cuspide é sormontato da una statua di San Michele Arcangelo.

Sulla sinistra della basilica, preceduto da sarcofaghi romani, si trova il Battistero del V secolo. E' a pianta ottagonale con vasca esagonale.
Ancora più a sinistra la piccola basilica di Santa Maria delle Grazie , di tipo ravennate, del secolo V ma rimaneggiata nel VI.
Ha un pavimento a mosaico e transenne scolpite dello stesso periodo.

Il santuario della Madonna di Barbana prende probabilmente il nome da un eremita di nome Barbano, che qui viveva in solitudine forse con pochi altri eremiti, probabili superstiti di qualche monastero aquileiese.
La tradizione fa risalire all'anno 582 l'erezione di un primo santuario dedicato alla Vergine, dopo che una sua immagine era stata trasportata da violente onde fino nei pressi della capanna dell'eremita.
Il luogo del ritrovamento é stato ricordato con la costruzione della Cappella dell'Apparizione.

Santuario di Barbana Non sappiamo quante volte, lungo i secoli, la chiesa sia stata ricostruita, prima dai discepoli di Barbano, poi dai monaci Benedettini e infine dai Francescani. La chiesa attuale risale ai primi del '900, mentre l'altare maggiore é: settecentesco, in marmi policromi di gusto un po' barocco.
La statua della Madonna é in legno a grandezza naturale, opera di autore sconosciuto, che la rappresenta come Regina e Madre della Chiesa, titolo che le veniva attribuito dalla Chiesa di Aquileia fin dai tempi più antichi.
La cupola é affrescata dal pittore Donadon, che vi ha raffigurato i quattro avvenimenti storici più salienti per il Santuario.
La più spettacolare manifestazione della pietà dei gradesi si svolge nella prima domenica di luglio e viene chiamata El Perdon de Barbana.
La processione parte verso le nove del mattino da Grado, con un grandioso corteo di imbarcazioni imbandierate, normalmente guidate dal vescovo.
Nel Santuario viene poi celebrata la Messa solenne e verso mezzogiorno la processione acquea ritorna a Grado. Si tratta di un atto di riconoscenza della città per la liberazione dalla pestilenza del 1237.

Altre manifestazioni solenni, con processione nell'isola, si svolgono il 15 agosto e l'8 settembre.

Aquileia
La chiesetta di San Marco sorge nel luogo ove la tradizione vuole che l'evangelista sia approdato per iniziare la sua opera di evangelizzazione di Aquileia e delle terre circostanti.

Fondata dai romani nel 181 a.C. la città di Aquileia era per importanza la quinta città dell'impero romano. Con l'avvento del Cristianesimo fu un importante centro di diffusione della parola di Cristo.
Il monumento più importante é la Basilica, dedicata alla Vergine ed ai Santi Ermagora e Fortunato.
La sua prima edificazione risale agli anni immediatamente successivi al 313, quando Costantino, con l'editto di Milano, poneva termine alle persecuzioni religiose.
Nei secoli successivi, dopo la distruzione di questo primo edificio ad opera dei barbari di Attila, gli aquileiesi la ricostruirono per ben quattro volte, sovrapponendo le nuove costruzioni ai resti delle precedenti.

L'attuale edificio si presenta, nel complesso, in forme romanico-gotiche. L'interno, maestoso e solenne, é permeato di una intensa spiritualità,. Il pavimento é costituito da un meraviglioso mosaico policromo del secolo IV, portato alla luce dagli archeologi agli inizi del novecento. Il soffitto ligneo, a carena di nave, risale al XV secolo.

Cripta della basilica di Aquileia Il pavimento é il più grandioso mosaico paleocristiano del mondo occidentale: ben 760 metri quadrati, purtroppo parzialmente rovinato tra il sec. IV e il V dalla messa in opera delle colonne del lato destro.
Le passerelle di cristallo sono al livello del pavimento medioevale, risalente all'epoca del patriarca Poppone (1031), di modo che si può vedere l'eccezionale mosaico.
Tra le scene più interessanti ecco la lotta tra il gallo e la tartaruga: il gallo, annunciatore della luce, raffigura Cristo 'luce del mondo', mentre la tartaruga, il cui nome greco significa 'abitatore delle tenebre (il Tartaro)' simboleggia il Maligno.

Poi la scena del Buon Pastore col Gregge mistico, e più avanti Giona che esce dalla bocca della balena, poi innumerevoli altre scene caratteristiche del simbolismo paleocristiano.
Nel presbiterio si può ammirare il grande affresco absidale, con la Madonna in trono ed ai lati i martiri della tradizione aquileiese: Ermagora, Fortunato, Eufemia, poi Marco Evangelista Ilario e Taziano. Altri mosaici ricchi di significati simbolici si trovano poi nella cripta.

Dietro al campanile e all'abside della basilica si trova il piccolo e suggestivo Cimitero dei caduti, che custodisce alcuni tra i primi soldati italiani caduti nel 1915, e poi la tomba dei Dieci militi ignoti, tra i quali venne scelto quello trasferito a Roma nell'Altare della Patria.

Accanto si vedono i resti del Foro e del Porto fluviale.